Regione Lombardia contro il divieto, deciso dal ministero, di immettere trote e lavarelli nel lago. Il Pirellone insiste sulla richiesta di una deroga alla direttiva decisa da Roma. La norma del 2020 impedisce l’immissione di specie considerate alloctone, anche se presenti nelle acque lariane da oltre 150 anni.
Il sottosegretario Fabrizio Turba conferma le iniziative della Regione a sostegno dei pescatori. “Abbiamo chiesto al ministero della Transizione ecologica – spiega – che esemplari come coregone lavarello, trota fario e iridea, che vengono immesse nei nostri laghi da secoli e non determinano conseguenze negative per l’ambiente acquatico e l’equilibrio delle popolazioni ittiche, possano continuare ad essere introdotte nelle nostre acque”.
La protesta
I pescatori comaschi da mesi chiedono una modifica della normativa. “Questa nuova classificazione ministeriale, considera popolazione autoctona solo quelle presenti prima del 1500 – dice Turba – La direttiva sta causando gravissimi danni a tutto l’indotto ittico lombardo. Se non verranno approvati i necessari correttivi, è forte il rischio di blocco dell’attività ittica con danni conseguenti per il settore”.
Le richieste
La Lombardia insiste sulla richiesta di una deroga. “Il nostro obiettivo è fare quanto possibile per salvaguardare il settore della pesca – sottolinea Fabrizio Turba – Vogliamo mettere in atto tutte le azioni e le iniziative per modificare le regole. Queste norme considerano specie ampiamente utilizzate in Lombardia per le semine già dal 1861 come una specie aliena di nuova introduzione”.
Le iniziative
“Regione Lombardia – conclude il sottosegretario – proseguirà il percorso della richiesta di deroga. Faremo gli approfondimenti necessari affinché queste specie che popolano i nostri laghi da secoli vengano valorizzate. Sono pesci che producono un indotto economico importante nel settore della pesca, del turismo e della gastronomia senza provocare conseguenze negative per l’ambiente”.