Dodici milioni di euro da spendere entro il 2025 per mettere in sicurezza Blevio e una serie di ostacoli e lungaggini burocratiche che rischiano di vanificare ogni sforzo e di far sfumare le risorse. Fondi ottenuti nell’ambito del Pnrr, l’ormai noto piano nazionale di ripresa e resilienza. Una grande opportunità sulla carta, che per molti enti locali si sta trasformando però in un’odissea.
I fondi
Devastato dalle alluvioni, Blevio ha ricevuto circa 18 milioni di euro complessivi per combattere il dissesto idrogeologico. Di questi, 5 arrivano dalla Regione, una parte minore da fondi propri e ben 12,3 dal Pnrr. “Sono soldi destinati a interventi fondamentali per mettere in sicurezza il paese – spiega il sindaco Alberto Trabucchi – Si tratta soprattutto di briglie di contenimento per il reticolo idrico dei torrenti e opere di sistemazione degli argini. Sono tutti in fase avanzata di progettazione. Andiamo avanti, ma ci dobbiamo scontrare con procedure macchinose e complicate, difficilmente compatibili con i tempi previsti dal Pnrr”.
Le difficoltà
Un esempio concreto. “E’ stato individuato un sentiero che sarà sistemato e ampliato, diventerà agro pastorale e permetterà di spostarsi per effettuare tutti gli interventi di manutenzione sull’intero reticolo – spiega il sindaco – E’ una questione di pubblica sicurezza, ma dobbiamo attenerci alle normali procedure, ad esempio per gli espropri. Si tratta di migliaia di mappali sui quali attuare la procedura. Il minimo intoppo, un ricorso ad esempio, allungherebbe i tempi e metterebbe a rischio il rispetto dei tempi e di conseguenza i fondi”.
Le prossime tappe
I primi cantieri a Blevio dovrebbero partire in autunno. “I progetti più semplici, per i quali è possibile l’incarico diretto dovrebbero partire in autunno se non ci saranno intoppi – spiega Trabucchi – Per altri interventi è difficile ipotizzare l’avvio prima di un anno e mezzo. E’ chiaro che basta il minimo intoppo per impedire di rispettare la scadenza di dicembre 2025 imposta dal Pnrr”.
Il sindaco di Blevio è comunque deciso a procedere. “Sono interventi di messa in sicurezza fondamentali – conclude Trabucchi – Prima la sicurezza, non possiamo certo rinunciare in partenza. Peraltro, se ci fermassimo ora chi pagherebbe tutto quanto è già stato speso? Certo, se non finissimo in tempo e perdessimo i fondi il Comune non potrebbe mai pagare. Sarebbe il dissesto. Intanto andiamo avanti. Speriamo che chi sta al di sopra degli enti locali trovi soluzioni adeguate”.