Como. Punto unico di cottura a Como in via Somigliana. Da ipotesi potrebbe ora passare a certezza. E’ arrivato l’esito delle analisi sulle caratteristiche del terreno per verificare la presenza di potenziali contaminanti. Nei mesi scorsi Palazzo Cernezzi aveva avviato una verifica di fattibilità complessiva in un edificio di proprietà comunale, un’area di 5mila metri quadrati al momento sottoutilizzata, con degli accertamenti propedeutici alla successiva indagine ambientale e geotecnica.
“Le analisi hanno evidenziato che il terreno non è inquinato”, ha detto il vicesindaco e assessore alle Politiche educative e sociali del Comune di Como Nicoletta Roperto. “L’intenzione dell’amministrazione – sottolinea ancora il vicesindaco – è creare in quell’area il punto unico di cottura che gestirà i pasti delle scuole”.
La rivoluzione del servizio mensa per le scuole cittadine compie dunque un passaggio ulteriore. Nei mesi scorsi l’amministrazione comunale aveva annunciato di voler creare un centro unico di cottura, gestito da privati, che produrrà minimo 5mila pasti al giorno. Una cucina che servirebbe i refettori delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, degli asili nido e anche ai centri diurni disabili. Il servizio sarebbe utilizzato inoltre per garantire la consegna dei pasti a domicilio ad anziani e persone non autosufficienti.
I refettori scolastici ad oggi appaltati sono 28 su 39, con un contratto in scadenza alla fine del prossimo anno scolastico, 2022/2023. Per questo la giunta sta accelerando alla pubblicazione dell’avviso per la manifestazione di interesse per la gestione del nuovo punto unico di cottura in città.
“L’indagine di mercato sarà avviata in primavera – chiarisce ancora Roperto – L’intenzione è pubblicare l’avviso entro il mese di maggio”. Il nuovo servizio dovrà necessariamente infatti partire con l’inizio del nuovo anno scolastico 2023/2024.
Chiusura scuole
Infine sul capitolo che riguarda la chiusura di alcune scuole cittadine è intervenuto il sindaco Alessandro Rapinese: “Stiamo lavorando ad un piano di efficientamento delle strutture scolastiche cittadine – spiega il primo cittadino – Diminuiamo il numero di scuole dato che la disponibilità dei posti è eccessiva rispetto ai reali necessità – prosegue Rapinese – Non possiamo continuare a fare investimenti su singole scuole”.