L’emergenza smog non si placa, nemmeno nell’anno della pandemia con una drastica riduzione di spostamenti e attività produttive. Lo dimostrano i numeri del dossier Mal’aria 2021 presentato da Legambiente. Il rapporto ogni anno analizza i dati dei superamenti dei livelli di polveri sottili nelle città capoluogo di provincia. A Milano la centralina di viale Marche ha segnato 79 giorni di superamento del limite di pm10 imposto dalla normativa europea, attestandosi al sesto posto tra le città in Italia. Nel resto della regione, Como compresa, tutte le centraline sforano i limiti dei 35 giorni di superamento, ad esclusione di Lecco, Sondrio e Varese. Riguardo alle medie annuali, parametro di riferimento per la tutela della salute, come indicato dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che stabilisce in 20 microgrammi per metro/cubo la media annuale per il Pm10 da non superare, i livelli confermano l’inquinamento cronico di Milano, Cremona e Lodi.
«Paghiamo ancora lo scotto dell’inadeguatezza dell’Accordo di bacino padano, stipulato ormai più di 5 anni fa – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Il Piano era partito debole e poco ambizioso fin dall’origine ed è stato puntualmente disatteso a furia di deroghe da parte di Regioni e Comuni. La pandemia, poi, è stata usata come scusante per fermare anche i processi positivi in atto».
Non si fa attender la replica dell’assessore all’Ambiente e Clima della Lombardia, Raffaele Cattaneo: “Più che le suggestioni e le insinuazioni contano i fatti. La qualità dell’aria in Lombardia è in continuo miglioramento. Legambiente (…) finge di ignorare che Regione Lombardia per le medie è rispettosa da anni dei valori limite imposti dell’Unione Europea. Legambiente indica invece valori dell’Organizzazione mondiale della sanità, che non hanno valore normativo”. “Il traffico veicolare – continua Cattaneo – non è l’unica fonte d’inquinamento, anche i dati lo confermano. Indicano un trend pluriennale di diminuzione progressiva di Pm10 e Pm2.5, e di biossido di azoto (No2)”. La Lombardia ha adottato un complesso di politiche, inserite nel Piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria (Pria): “Azioni – conclude l’assessore – che agiscono su diversi fronti: mobilità, riscaldamento a biomasse ed emissioni che provengono dall’agricoltura. E sulle quali abbiamo appena messo in campo 100 milioni di euro di incentivi. Risorse concrete, mirate a sostituire i veicoli più inquinanti, ad agire sugli impianti di riscaldamento degli edifici pubblici e a installare le colonnine di ricarica elettrica. Politiche attive, in grado di impattare molto più del semplice blocco dei veicoli più inquinanti”.